Se il tuo corpo ti aggredisce: i risvolti psicosomatici dell'inibizione della rabbia.

Il concetto di salute ad oggi è visto non come assenza dalle malattie ma come un benessere a 360 gradi che coinvolge varie ambiti della propria vita, tra cui: una vita soddisfacente, svolgere un lavoro gratificante, l'autonomia, la famiglia, la sfera dei legami, il prendersi cura di sé, l'espressione dei propri bisogni e delle proprie emozioni.

Quando ci troviamo di fronte a situazioni difficili in cui sentiamo che manifestare la propria rabbia non ci è permesso in quel contesto per varie motivazioni (o perché temiamo uno scenario "a ricasco" in preda alla rabbia, o perché ci hanno insegnato che è un impulso che va trattenuto e non espulso perché nocivo, o ci siamo imposti di trattenere la rabbia perché ne temiamo l'aspetto distruttivo, o anche perché siamo stati noi stessi i primi spettatori dell'effetto negativo che ha avuto nei rapporti nella nostra famiglia/ amici/ lavoro ecc)  stiamo scegliendo di mettere il nostro vissuto in un angolo nascosto dentro di noi e lasciare che "lavori" dall'interno.

Quel logorarci dall'interno è proprio la metafora perfetta dei disturbi gastrointestinali come il reflusso gastro esofageo, che ci "corrode" da dentro rilasciando acidi che infiammano la parete dei tessuti interni; oppure la nota psoriasi, artrite rematoide e le malattie autoimmuni.

Il termine "autoimmune" sta a significare che il sistema di difesa del corpo, ossia il sistema immunitario, non distingue più se stesso dalle componenti estranee all'organismo. Può allora succedere che cominci ad attaccare (in modo suicida) componenti essenziali dell'organismo.

Ma come è possibile che l'inibizione dell'aggressività scateni risposte così gravi?

La continua repressione rappresenta un notevole stress cronico e sempre più ricerche scientifiche dimostrano che uno stress intenso e prolungato può arrivare a deprimere o perturbare gravemente la risposta immunitaria fino a rivolgerla verso l'organismo che dovrebbe tutelare.

E' lecito pensare che oltre a una predisposizione genetica alle malattie autoimmuni, c'è anche la componente dello stress cronico a cui i soggetti sono sottoposti.

Questo "autogol" può coinvolgere sia le cellule di difesa (i linfociti), sia gli anticorpi. I linfociti B che sono i produttori di anticorpi, cominciano a produrne anche contro i componenti normali dell'organismo. Inizia così un processo che porta a lungo andare alla distruzione dei tessuti da parte dei linfociti T, che di solito hanno il compito di attaccare direttamente le molecole o i germi avversari.

E' un processo subdolo, che dura anni. Una vera prevenzione deve partire dalla radice del problema, riducendo cioè così le cause, fra queste, anche le situazioni, o le nostre risposte a esse, che portano a una deviazione autodistruttiva dell'aggressività.

Non a caso le malattie autoimmuni si manifestano con più frequenza nelle donne, che da secoli hanno subito un'educazione improntata sull'educazione e sull'inibizione delle condotte aggressive, viste come "maleducate e irrispettose".

E' importante reagire agli eventi stressanti mettendo in campo le proprie strategie, più o meno efficaci e creative, ma quando tali rimedi smettono di essere efficaci allora ci trovano impreparati e vulnerabili psicologicamente e fisicamente.

Ognuno ha un livello soglia, oltre il quale non riesce più a far fronte agli elementi stressanti (stressor) ed è il punto di partenza affinché emergano malesseri, malattie, disagi psicologici, ecc. Tutto ciò che fino a quel punto era tollerabile smette di esserlo e i sentimenti negativi abbracciano i vari ambiti di vita.

La Psicoterapia biosistemica, dopo aver escluso fattori organici, può aiutarti nella conoscenza delle tue emozioni e nelle varie strategie di espressione di queste, tra cui la rabbia: nelle sue vesti produttive, creative, autoaffermative e addirittura salvifiche. Può guidarti nel vedere in che modo il suo manifestarsi o meno ricade sulla progettualità, sulle scelte di vita, gli ambiti in cui ha un ruolo più o meno conosciuto.

Mettere il focus su di te può aiutarti ad aprire nuovi scenari e domande a proposito di quali parti di te sono coinvolte in questo momento e giocano una parte importante nel modo in cui affronti le varie situazioni; quali risorse e quali ostacoli nascono dagli schemi che involontariamente riproduci.

In generale, le tecniche biosistemiche permettono di recuperare le sensazioni sopite nel corpo e di percepirlo come essere presente, vivo e attivo.




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