L'attacco d'asma: quando la paura si annida dentro di noi e si scarica sul corpo.
Ognuno di noi ha paura di qualcosa, ma la grande maggioranza di noi tende, più o meno inconsciamente, a " fare lo struzzo" . Preferisce reprimere le sue paure, negarle, come se questo le annullasse. Un po' come fanno i bambini quando, mettendosi le mani sugli occhi, sono convinti di cancellare le cose.
La negazione e la rimozione sono meccanismi di difesa antichi, che il nostro cervello mette in atto per non farsi sopraffare dall'ansia ma quando sono eccessivi ci fanno perdere il contatto con noi stessi.
Oltretutto nascondere il problema non lo risolve, ma lo cela solo alla consapevolezza, impedendone la risoluzione.
La paura si annida dentro di noi, lì cresce e si scarica sul corpo, portandoci a chiedere aiuto e conforto attraverso la malattia. Ad esempio attraverso l'attacco d'asma.
L'asma bronchiale è una malattia respiratoria che ha cause allergiche e infettive. E' caratterizzata da uno spasmo della muscolatura liscia, cioè involontaria, della parete dei piccoli bronchi. Questo spasmo nasce spesso, o può essere aggravato proprio da stimoli emotivi.
Quali stimoli emotivi entrano in gioco?
La paura dell'abbandono può scatenare una crisi asmatica nei bambini ma anche negli adulti (specie se geneticamente predisposti anche a sintomatologia allergica)
Più precisamente, l'attacco d'asma potrebbe essere il frutto di un compromesso tra la voglia di piangere e il suo blocco.
Il bambino che si sente abbandonato, o comunque poco amato, vorrebbe piangere per protestare contro la madre che non è così affettuosa quanto desidererebbe. Al contempo ha paura di farlo perché (sempre inconsciamente) teme una risposta aggressiva di rifiuto o di perdere del tutto il suo amore.
Il pianto che in natura è un efficace sfogo naturale a uno stato di tensione emozionale, a questo punto viene bloccato (in Biosistemica chiamiamo questo processo "inibizione dell'azione" ) e ciò provoca una iperattivazione del sistema nervoso involontario, fino al broncospasmo che alimenta l'attacco d'asma.
Con tale sintomatologia il corpo del bambino sta esprimendo al posto suo: "Mamma non mi lasciare, non mi abbandonare..."
Tutto ciò vale anche per l'adulto, a cui lancerà il segnale di vicinanza e di ricerca di rassicurazione verso qualcuno da amare e da cui essere amato.
Quali sono i risvolti affettivi?
Anche nell'adulto l'attacco d'asma tende ad accentuarsi nelle situazioni di abbandono affettivo, anche quando l'abbandono o la perdita sono simbolici e non reali. O quando ha paura di perderlo.
Ogni evento stressante o minaccia di separazione potrebbe innescare una crisi asmatica.
N.B. I singulti di un pianto represso spesso somigliano ai respiri contratti di un asmatico!
E' importante aver fatto esperienza di uno stato interno di rassicurazione così da poterlo richiamare alla mente per calmarci, oppure per poter chiedere all'altra persona di assumere una posizione a noi comoda per poterci lasciar andare e sentirci contenuti, coccolati, rassicurati.
La psicoterapia corporea può essere un aiuto concreto per agevolare l'esplorazione delle proprie paure, delle emozioni ad esse associate, alle sensazioni viscerali ad esse connesse, così come le reazioni nervose e ormonali, che possono fungere da campanelli d'allarme importanti.
Inoltre, può aiutare a focalizzare in quale parte del corpo risuona in noi la paura, con quali sintomi e pensieri si manifesta e attuare esercizi (esperienze pratiche) per riconoscere i propri "punti deboli", le posture di rassicurazione, per sperimentarsi risposte diverse per reagire e misurarsi con la paura.
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