Perché ci lamentiamo ma non facciamo nulla per cambiare le cose?
Vi è mai capitato di sentire qualcuno a voi vicino lamentarsi di essere in una situazione che lo fa stare male, eppure la vostra impressione è che non faccia nulla per cambiare le cose?
Siamo tutti d'accordo che la frase di Albert Einstein: “è difficile che qualcosa cambi se continuiamo a comportarci nello stesso modo” sia corretta, no?
Proviamo a interrogarci su cosa avviene in loro, ma anche in noi, quando viviamo una situazione simile.
1. Questione di parti in conflitto
Un modo utile per comprenderci è vederci come abitati da più parti di noi che co-abitano nella stessa mente.
Avete presente il diavoletto e l'angioletto? Una cosa simile.
Le parti recitano il ruolo per cui sono chiamate, c'è quella protettiva che trattiene nel conosciuto, è disposta a proteggervi dall'angoscia dell'ignoto e così boicottare il cambiamento mentre l'altra, che ognuno identificherà diversamente (orgoglio? bisogno di realizzazione?) spinge verso l'intraprendere una strada nuova ma che vi soddisfi di più.
2. Siamo tutti un po' vittime!
Dare la responsabilità del nostro malessere all'esterno ci protegge dall'idea di doversi mettere in discussione e ammettere che parte della condizione dipende da noi.
Considerare la situazione da diverse prospettive, implica abbandonare il nostro ruolo di vittima e assumere il controllo della nostra vita... questo porta anche con sè la sua dose di paura.
Quando non abbiamo più nessuno a cui dare la colpa improvvisamente ci sentiamo vulnerabili ed appare la paura del fallimento.
3. L'angoscia del vuoto
Il corpo e la mente sono una cosa sola e se non sarete voi a scuotere la situazione sarà l' attacco di panico a scuotervi per dirvi "Così non puoi andare avanti.... fai qualcosa, sbaglia eventualmente, ma fai qualcosa di diverso". Se siamo sordi alle nostre emozioni, il corpo potrebbe sfogarsi scegliendo un canale corporeo che cercherà di catturare la vostra attenzione per esprimere ciò che vuole trasmettervi attraverso un sintomo fisico.
Ascoltatelo perché lui sa cosa è meglio per voi.
Cosa può essere utile?
Cominciare un dialogo con se stessi sotto vari livelli: quello mentale e quello corporeo.
Può essere utile ripartire da ciò che ci fa stare bene, sperimentando il benessere attraverso il corpo in uno stato di rilassamento e piena respirazione per lasciare andare le tensioni muscolari e le costrizioni che gravano anche a livello fisico su di noi.
E poi essere sinceri verso noi stessi. Smettendola di non guardare ciò che sappiamo ci rende la vita più difficile e ci ostacola dal raggiungimento della nostra felicità e dei nostri obiettivi.
Per fare spazio al nuovo dobbiamo essere disposti a lasciare andare ciò che non ci fa più bene.
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