"Sono troppo gelos* della mia libertà per una storia" la frase che ci blocca dal lasciarci amare

Essere soli significa sperimentare uno spazio per sé e va a costruire ciò che rappresenta per noi il nostro spazio personale
E' la "libertà da tutelare" che rende spesso ad essere gelosi di quello spazio faticamente costruito e che indica "il mio spazio, la mia routine, le mie cose".

L'affacciarsi a una nuova relazione può mentalmente preannunciarne la minaccia, per questo spesso si verificano autoboicottamenti di cui non si prende coscienza ma che se analizzati con un professionista dicono altro, come ad esempio:
- si potrebbe pensare di essere pronti per una nuova relazione, ma poi quello che dice il corpo è che non è ancora il momento
- si potrebbe aver costruito una fantasia minacciosa su ciò che rappresenti lo stare in coppia basata su credenze o vissuti sperimentati e non sani per il soggetto
- ci si potrebbe sentire bloccati rispetto all'eventualità di avere un rapporto stabile
- si potrebbero avere credenze disfunzionali sul concetto di relazione che creano una forte ansia, specie se in temini di "tutto o niente" (es: crescere con l'idea che una relazione "sia per sempre")

Amarsi vuol dire avere un legame con l'altro che come un filo invisibile, unisce e crea un collegamento speciale. 
Quando però "ci si sente stretti" il filo assume le sembianze di una corda che limita e ci fa sentire al guinzaglio. Ci toglie aria, metaforicamente e concretamente (si sente spesso dire: "mi sta addosso").

Quello che si deve tentare di fare è cercare di stabilire la GIUSTA DISTANZA come il dilemma del porcospino di Schopenauer:
«Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali. finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.»

Sì ma come stabilire quello che per noi è la giusta distanza? Qui non si tratta (solo) di distanze fisiche ma soprattutto emotive, di un sentire di libertà e autonomia da mantenere e gelosamente custodire. 

Un percorso di psicoterapia può aiutare la persona ad interrogarsi sui propri confini, sulle sue priorità, sul sul "safe place" interno ed esterno da tutelare e anche sulle reali motivazioni che nascondono tutto questo bisogno di tutelarsi e i timori celati e non dichiarati.
Dopodiché si potranno trovare insieme le modalità e la forma per poter comunicare all'altro quanto scoperto su di sé e i bisogni alla base delle proprie richieste.



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