Quando finisce una storia... come lo dico agli altri?

Quando una storia importante finisce tutti vogliono sapere i dettagli, i perché e i per come che hanno infranto quello che da fuori sembrava un rapporto speciale, destinato a durare nel tempo. E così ti ritrovi a parlarne: prima sei tu a cercare un interlocutore che raccolga te e il tuo dolore, o ti rassicuri di aver fatto la scelta giusta, poi sono loro che trovano te.

Riavvolgi il nastro con fatica e ricominci a raccontare il solito copione, ma:
- ti accorgi che quella è la tua versione
- riaccende il dolore come scavare in una ferita
- ti spinge a guardare indietro controvoglia solo per soddisfare la curiosità altrui
- dà l'accesso ai pensieri intrusivi e ai rimuginii del passato
- nel semplificarlo ti sembra di non rendere giustizia a quello che avete provato
- i rimorsi e i rimpianti ti fanno sentire in colpa

E' facile non sapere più che dire, sembrare che il tutto raccontato risulti banale e potersi sentire consumati, come cocci rotti che faticosamente averte raccolto e vi siete riattaccati addosso per tirarvi su dritti e che nuovamente vacillano. 

Il consiglio è ascoltarvi ed essere consapevoli che tutto questo non è buono per voi, né vi porterà a guardare avanti, a nutrirvi.
Che sia l'affetto o la rabbia, il sentimento che vi suscita riparlarne, continua a legarvi e a spingervi a fondo.
Anche la rabbia è un modo per trattenere l'altro o il ricordo di lui, fosse anche solo per convincervi che è stata la decisione migliore.

Utilizzate quel tempo per voi, a pensare a cosa può farvi bene oggi: prendetevi cura di voi ripartendo dall'ascoltare ciò di cui avete bisogno.


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